Il pensiero si ritrae
poi ritorna
storto e addensato
pompa sangue il mondo
l'aria, le foglie,
la grata occlusa di memorie
sotto al costato
che affatica, allunga, strappa
e il pensiero ritorto
ritorna e smunge il mio occhio
l'immagine imperitura immensa
viene verso
l'epidermide
e si fa epigramma di vene e capillari
non stringo nulla
rincorro un paio di parole
farsi gemiti, intimità assopita
e ricomincia il rimpiattino
del pensiero che ritratto
mi parla spento
sussurra ancora
"non ci sei, non ci sarai"
rincorro i riverberi
e trovo l'ennesimo salto
ma
non ci sono, non ci sarò
ti parlo da un pixel fatto di dollari
e di dollari ricopro
la pelle del mondo
modelle, labirinti e casse da morto
feticci e ossessioni
e un grande polpo al centro
te che leggi gli dai la vita
io che scrivo gli dò la linfa
eppure entrambi
viviamo alla sua periferia
senza sapere che lontano
ben più lontano
oltre il sottrarsi
ci sta il bosco del comune
dell'orlo, del pianto
il margine infinito
dove decidere non serve più
e il cielo e il mare
diventano un unico oceano